I due Gemelli del Monte Penna
05 Marzo 2015 | Sentieri, StorieLa "vera storia" dei due gemelli: Taro e Ceno
Il Monte Penna è il simbolo dell'Appennino Ligure-Emiliano.
Alto "soli" 1735 metri s.l.m., il Penna ha però una maestosità particolare, data dalla conformazione della vetta e dai monti attorno che sembrano elevarlo rispetto al paesaggio circostante.
Il nome del monte pare che derivi da Pen, dio delle foreste e delle vette per i Celti Liguri. Pare che tale culto diede origini a molti toponimi, tra i quali appunto Monte Penna, Monte Penice e in generale a tutto l'Appennino.
Una delle leggende più conosciute che riguardano il Penna è quella del Taro e del Ceno; fra le varie versioni, io preferisco quella del maestro Giannino Agazzi.
“I due Gemelli”
(Tratta dalla pubblicazione “L’Anima di Una Montagna”)
Sul Monte Penna, all’ombra della ciclopica roccia del Pennino riposavano, in epoca antichissima, due gemelli: il Taro e il Ceno.
Un giorno, stanchi di starsene lassù a rispecchiare la faggeta, decisero di scendere alla scoperta del mondo. Sarebbero partiti di buon mattino e chi, per primo, avesse raggiunto il piano avrebbe dato il nome a tutta la vallata.
Ceno si svegliò che ancora brillava limpida la “stella del mattino”. Senza destare il fratello che riposava fra il muschio rugiadoso, si disse: <<M’avvierò pian piano, Taro mi raggiungerà facilmente>>.
Il primo raggio del sole svegliò Taro che, vedendo il fratello avviato, senza riflettere, si precipitò a valle per la strada più lunga. Nonostante questo, però, giunse primo a Fornovo. Quando, poco dopo, anche Ceno, aggirando le ultime colline, raggiunse Fornovo, dovette rassegnarsi a confondere le sue acque con quelle del fratello.
Ancora oggi le acque del Taro scendono a valle veloci e spumeggianti, mentre quelle del Ceno placidamente percorrono la strada più breve.
Fonti
AA. VV. “L’Anima di Una Montagna”, leggenda narrata dal maestro Giannino Agazzi.
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